A febbraio era appena iniziata la guerra in Ucraina quando la nostra fisioterapista, Marta Tavernaro, colpita dalla storia di una giovane paziente di Kyiv appena visitata nel nostro ambulatorio di Trento, ha messo insieme sul filo dell’emozione un post per il nostro canale Facebook Vite Corsettate. Parole che a distanza di settimane hanno un’eco ancora più profonda.
Il pensiero va a Diana e a tutti i bambini che come lei sono stati costretti ad abbandonare la loro vita quotidiana, di scuola e gioco, la lora casa e la loro famiglia. Perché se qualcosa è rimasto in Terra del Paradiso quel qualcosa di sicuro sono i bambini e i loro sogni.
Ed è per Diana e i più piccoli come lei, per le loro famiglie, che vogliamo condividere con voi un augurio per questa Pasqua, prendendo in prestito le parole di una poesia per bambini di Gianni Rodari: “Viva la pace, abbasso la guerra!”.
Per fortuna, c’è la scoliosi!
“Mi sono chiesta se fosse mai possibile arrivare a pronunciare queste parole: “per fortuna, c’è la scoliosi!”, proprio come se fosse mai possibile uscire da una pandemia e ritrovarsi innocenti vittime in una assurda guerra. Interrogativi in apparenza lontani fra loro, fino a quando all’improvviso la storia di una paziente li ha mostrati quantomai vicini.
In questo momento vorrei urlare, vorrei piangere, senza il rischio di apparire retorica.
Sappiamo tutti come i bambini e i ragazzi abbiano dovuto in questi due anni di pandemia rinunciare a parte della loro vita, sono stati condizionati in una fase delicatissima della loro crescita, vita che nessuno mai potrà ridare loro.
Per i bambini e ragazzi ucraini non c’è la prospettiva della luce, della ritrovata libertà, del ricominciare a giocare assieme, a frequentarsi ed innamorarsi, litigare, gioire, piangere e festeggiare.
No, si sono risvegliati d’improvviso in guerra, quella vera, dove si muore, dove ti sparano, dove devi correre impaurito dentro un tunnel della metro o aspetti che, fuori al riparo, bombardino la tua casa. Dove non hai più nulla, dove non sei più nulla.
Mi commuove la storia di Diana, una ragazzina di 12 anni di Kiev, arrivata in Isico per curare la sua scoliosi.
Diana che ogni 6 mesi assieme alla sua mamma ritorna in Italia, ritorna per la visita, per incontrare la sua fisioterapista Serena che ogni mese rivede su Skype per gli esercizi. Viaggia fino a Trento per rifare o sistemare il corsetto.
Settimane fa Diana era qui: visita e fisioterapia, quindi giovedì l’ultimo incontro al collaudo con il Prof. Negrini e il suo specialista il dott. Zonta a Trento, per poi un saluto di rito: “ Ciao ci vediamo la prossima estate!”
Alla notizia della guerra Serena, la sua terapista e mia collega, ieri non ha potuto non pensare a Diana, alla sua mamma , alla sua nonna. Ha chiamato: “ Pronto, buon giorno, sono Serena, non voglio disturbare ma volevo sapere se Diana è partita, come sta, come state….”
Sì, perché Diana, dopo i controlli in Isico, venerdì doveva ripartire per ritornare a casa dal resto della sua famiglia.
“Grazie Serena, no Diana è rimasta qui non se la sono sentita di partire, volevano aspettare per capire cosa stesse succedendo, ora non so cosa faranno, ma per fortuna loro erano qui, per fortuna c’è la scoliosi!”
Un abbraccio a Diana e a tutti i bambini e ragazzi ucraini, vittime innocenti dell’orrore della guerra.