La formazione Isico in Italia è anche sinonimo di corsi SEAS: il primo risale al 2010, a tutt’oggi ne abbiamo organizzati e tenuti 115 a livello nazionale.
Cosa ha reso l’offerta di formazione con corsi SEAS (in Italia ma anche all’estero) un successo? Oltre al supporto della letteratura che ne evidenza l’efficacia, sicuramente la sua praticità ed adattabilità nei più svariati contesti professionali.
Cos’è SEAS?
SEAS è l’acronimo di “Scientific Exercise Approach to Scoliosis”. La parola scoliosi e la parola esercizio sono di facile comprensione; le parole approccio e scientifico meritano un ulteriore chiarimento.
SEAS non è un metodo bensì un approccio che il terapista ha nei confronti del paziente e della sua colonna vertebrale. Il metodo è infatti caratterizzato da una linea ben definita da seguire, messa a punto dall’inventore dello stesso: un terapista che applica un metodo dovrà, ciecamente, seguirla.
Quando parliamo invece di approccio intendiamo la capacità di osservare, raccogliere, misurare ciò che caratterizza il singolo paziente, così da adattare e sviluppare la miglior strada terapeutica da percorrere. Le abilità del paziente nel seguire le indicazioni date saranno poi elemento fondamentale.
Spesso e volentieri, infatti, nell’approccio SEAS la teoria (miglior riallineamento possibile della colonna) e la pratica (quello che il paziente riesce a fare) viaggiano parallele, ma non si incontrano mai.
La parola scientifico significa che SEAS è supportato da evidenze scientifiche, grazie ai numerosi studi pubblicati in letteratura che hanno dimostrato come questo approccio basato sull’esercizio specifico e sull’insegnamento dell’autocorrezione attiva ai pazienti possa alterare la storia naturale della patologia.
La Società Scientifica Internazionale di riferimento (SOSORT) considera SEAS uno dei pochissimi metodi affidabili per la gestione di un paziente con scoliosi.
SEAS: la formazione
Molte volte il docente SEAS forma terapisti che lavorano all’interno del Sistema Sanitario nazionale, in strutture pubbliche o private convenzionate, dove mediamente il tempo dedicato al singolo trattamento è inferiore rispetto alle realtà private, oppure dove vengono effettuati cicli di trattamento con cadenza e durata predefinite.
“Ciò nonostante si possono trovare i giusti stratagemmi per sfruttare gli insegnamenti appresi ed impostare un buon trattamento fisioterapico lavorando per “priorità” e successione di steps – spiega il nostro fisioterapista Luca Selmi, docente SEAS”.
Che cosa rende SEAS così apprezzato?
“Uno degli elementi maggiormente apprezzati durante i nostri corsi è l’apprendimento della corretta “valutazione fisioterapica” – continua Selmi – Con questo intendiamo la serie di misurazioni che il terapista impara a “collezionare” direttamente sul corpo del paziente e che guidano in maniera logica e fluida l’impostazione dell’autocorrezione teorica (quello che idealmente vorremmo insegnare al paziente per poter riallineare al meglio le sue curve)”.
SEAS: cosa si impara
Con SEAS il fisioterapista è obbligato a ragionare! “Spesso siamo testimoni di come questo passaggio sia un’assoluta novità per i colleghi, abituati ad affidarsi all’indicazione data dal medico o alla sola immagine radiografica, impostando trattamenti molte volte ‘standardizzati’” – spiega un altro docente SEAS, il fisioterapista Francesco Saveri.
Un altro aspetto che caratterizza la valutazione fisioterapica è la presenza di test neuromotori per individuare le funzioni carenti (equilibrio, coordinazione, forza muscolare) del paziente. Tutti elementi che possono essere sfruttati durante le sessioni di esercizi per rendere più difficoltosa e quindi allenare la tenuta della correzione.
Infine da non dimenticare: esercizi divertenti!
“L’autocorrezione SEAS deve essere semplice, ma altamente specifica per il paziente: – puntualizza la fisioterapista Alessandra Negrini, sempre docente SEAS – gli esercizi hanno lo scopo di allenare il paziente a non perderla (o recuperarla velocemente) durante il movimento, così da poter progressivamente migliorare le proprie abilità di utilizzo nella vita reale. E anche in questo caso SEAS non si mostra ‘dogmatico’, perché c’è totale libertà di scelta riguardo alla tipologia di esercizio, purché si possa svolgere in correzione e sia divertente per il paziente” commenta ancora Selmi.
I vantaggi di un corso SEAS
La formazione SEAS è un’opportunità di arricchimento e aggiornamento professionale per chi si occupa di scoliosi e colonna vertebrale. Nello specifico il corso verte sul trattamento conservativo fisioterapico nel bambino e adolescente con scoliosi, dove il rischio di peggioramento è elevato.
Tuttavia, la scoliosi è una patologia anche dell’adulto, dove il più delle volte, rispetto ai pazienti più giovani, può essere causa di dolore e disabilità. Proprio per questo motivo capita spesso che ci vengano richiesti ulteriori corsi di approfondimento, come ad esempio la gestione del paziente adulto con scoliosi o altre patologie che lo sbilanciano.
“Capita che si crei l’occasione di approfondire con ulteriori incontri determinate tematiche anche non inerenti al solo mondo della scoliosi (come ad esempio il trattamento conservativo nel paziente con ipercifosi toracica) – conclude Selmi – come dire che un primo corso crea terreno per ulteriori collaborazioni”.