Alla prossima conferenza SOSORT, che si terrà a Dubrovnik, in Croazia, dal 23 al 26 aprile, ISICO presenterà ben 12 studi, accettati come presentazione orale o poster. Tra questi, quattro concorreranno per l’AWARD, il più prestigioso riconoscimento nel campo del trattamento riabilitativo delle patologie vertebrali. Questo risultato rappresenta un record per ISICO, che negli anni ha già ottenuto 11 AWARD grazie alle proprie ricerche. Di seguito presentiamo due degli studi che concorrono all’Award, molto legati a quella che è l’esperienza quotidiana di indossamento del corsetto.
L’impatto psicologico della scoliosi sui genitori: un nuovo questionario validato
ISICO ha sviluppato un innovativo questionario per valutare la qualità della vita dei genitori di bambini con scoliosi sottoposti a trattamento conservativo. La prima versione del questionario, composta da 48 domande, è stata creata analizzando i contenuti del nostro blog scoliosi.org, che da anni raccoglie domande e testimonianze di pazienti e familiari, con risposte fornite da 48 specialisti di ISICO.
Successivamente, il questionario è stato sottoposto a ripetute somministrazioni a quattro campioni di genitori, con analisi statistiche volte a migliorarne validità e affidabilità. Dopo tre revisioni, è stato ridotto a 18 domande, dimostrando un’elevata affidabilità e validità, indipendentemente dall’età o dal genere del genitore e del bambino.
“Affrontare la scoliosi non riguarda solo il paziente, ma coinvolge profondamente anche la famiglia”, spiega la dott.ssa Irene Ferrario, psicologa di ISICO e coautrice dello studio. “I genitori possono sperimentare ansia e stress, ma fino ad oggi non esistevano strumenti specifici per valutare l’impatto della terapia sulle famiglie. Questo nuovo questionario rappresenta un importante passo avanti, offrendo un mezzo affidabile per comprendere meglio le difficoltà vissute dai genitori”.
L’uso del questionario permetterà di individuare più facilmente i bisogni emotivi e pratici delle famiglie, consentendo un supporto mirato.
“In ISICO siamo consapevoli di quanto il benessere della famiglia sia fondamentale nel percorso terapeutico dei ragazzi. Per questo – conclude la dott.ssa Ferrario – continuiamo a promuovere un approccio globale alla scoliosi, che tenga conto non solo della salute fisica del paziente, ma anche del suo equilibrio emotivo e di quello dei suoi cari”.
Determinanti geografici, personali e clinici dell’uso del corsetto nella scoliosi idiopatica adolescenziale
Il trattamento con il corsetto è una terapia efficace per gli adolescenti con scoliosi idiopatica (AIS), ma l’aderenza al trattamento può essere influenzata da diversi fattori. Numerosi studi hanno analizzato il ruolo di sensori per monitorare il tempo di utilizzo del corsetto, ma fino ad oggi non era stata esplorata l’influenza di variabili geografiche (montagna vs. mare, città vs. paese) o socioeconomiche (reddito familiare).
“Attraverso questo studio abbiamo cercato di verificare l’influenza di variabili geografiche, personali e cliniche sull’aderenza al trattamento con il corsetto”, spiega Alessandra Negrini, fisioterapista ISICO e autrice della ricerca.
Lo studio ha coinvolto 1904 adolescenti, con un’età media di 13 anni e una curva scoliotica media di 35° Cobb. L’aderenza al trattamento è stata misurata tramite un sensore termico (iButton) applicato al corsetto, mentre i fattori analizzati includevano età, ore di prescrizione del busto, area geografica (Nord, Centro, Sud Italia), genere, maturità scheletrica (Risser), tipo di curva, presenza di mal di schiena, reddito familiare, altitudine e distanza dal mare della città di residenza.
I dati raccolti hanno evidenziato che il 90% dei pazienti ha mostrato una buona aderenza al trattamento, indossando il corsetto per più del 75% delle ore prescritte.
I fattori che hanno favorito una maggiore aderenza sono stati un’età giovane, il genere femminile, una prescrizione superiore alle 20 ore al giorno e la residenza nel Nord Italia. I risultati suggeriscono che fattori climatici e sociali possono influenzare l’aderenza al trattamento.
“Comprendere che alcuni fattori possono ridurre l’aderenza al trattamento consente di identificare i pazienti che potrebbero beneficiare di strategie mirate per migliorare il rispetto della terapia”, conclude Alessandra Negrini. “Grazie a questo tipo di ricerca, sarà possibile migliorare la personalizzazione dell’intervento terapeutico, adattandolo alle caratteristiche dei pazienti per massimizzare l’efficacia del trattamento”.