La nostra proposta
In realtà è possibile praticare una strada intermedia. Una strategia che consenta al paziente di poter beneficiare a basso costo della mobilizzazione dei tessuti molli, del calore antalgico sviluppato dall’attrito e dalla percezione di benessere determinata dalla compressione controllata dei tessuti dolenti.
Come? Insegnando al paziente a massaggiarsi da solo.
E’ evidente che con questa alternativa vengono a mancare alcuni elementi che fanno del massaggio una delle pratiche più gratificanti di cui essere oggetto; primo fra tutti il contatto rassicurante di un professionista che dedica a te e solo a te il tempo della seduta.
Questa deficienza sostanziale però viene bilanciata da due elementi importanti: la trasformazione di un atto di trattamento passivo in un gesto di auto-cura e l’abbattimento del costo che riduce drasticamente il suo tasso di inefficienza. Inoltre, la possibilità di praticarlo al bisogno.
Massaggiarsi bene da soli è possibile solo se si è assistiti da un operatore competente che inizialmente si incarica della didattica e poi, in seguito, controlla a intervalli regolari e modifica l’applicazione delle tecniche.
I gesti devono essere inizialmente mostrati al paziente applicandoli su se stessi, quindi sul paziente per fargli sperimentare correttamente l’entità della pressione, la velocità di esecuzione, la direzione del movimento.
Infine il paziente prova da solo, con la guida del terapista.
Le manovre manuali consentite solo quelle dello sfioramento, della frizione superficiale e profonda e dell’impastamento. Un altro limite è la difficoltà di scendere al di sotto delle prime vertebre dorsali.