La scoliosi infantile

Compare entro i primi 3 anni di vita e, tra le diverse scoliosi, è di sicuro quella più aggressiva in ortopedia pediatrica. La scoliosi infantile è molto rara rispetto a quelle giovanili e adolescenziali, tutte classificate dall’età di insorgenza: quella infantile può presentarsi sotto l’anno di vita quando il bambino ancora non cammina, ha un’incidenza pari all’1-2% di tutte le scoliosi ed è più frequente nei maschi che nelle femmine.

E’ una patologia molto grave con ritmo di peggioramento proporzionale alla velocità di crescita di questo periodo di vita. Nel primo anno un bambino cresce in media di 25 centimetri, mai così tanto in nessun altro momento della sua vita, nemmeno in adolescenza.
Questo implica un peggioramento della scoliosi più rapido, tanto più quando il bambino comincia a camminare e la schiena collassa.
“Non è facile identificare la presenza di una scoliosi da parte dei genitori – spiega il dott. Fabio Zaina, fisiatra di Isico – anche se mamme molto attente se ne accorgono ancor prima che venga diagnostica da uno specialista o dal pediatra. Sono scoliosi gravi, il primo anno può essere drammatico, a causa di un peggioramento della curva che può raddoppiare nel giro di pochi mesi. Possiamo infatti arrivare a curve di 80°-100° che vanno trattate il prima possibile. Se è vero che solitamente scoliosi così aggressive finiscono per l’essere operate, esistono anche in letteratura dei dati di casi di risoluzione spontanea. Uno studio della dott. ssa Min Mehta, negli anni ’80, ha dimostrato che un trattamento precoce col gesso entro il primo anno di vita può essere decisivo per una risoluzione completa: secondo quello studio una giusta terapia, quindi, sfruttando un periodo di crescita rapida , rendeva non più necessario intervenire in adolescenza, quando le curve tornano a peggiorare”.

 

Come si interviene?

“E’ fondamentale rivolgersi a centri super specialistici, perché in questi casi, così rari e drammatici, anche specialisti che curano le scoliosi idiopatiche spesso non hanno mai visto una scoliosi infantile – spiega il dott. Zaina – E’ necessario intervenire tempestivamente, con una diagnosi accurata. Nel percorso di una terapia non chirurgica viene subito prescritto un corsetto, mentre è impossibile in bambini così piccoli abbinare una terapia di esercizi. Il corsetto viene poi cambiato frequentemente, data la rapidità di crescita, possono essere usati corsetti bassi, che non arrivano al collo (come è invece il Milwaukee). Parlando invece di intervento oggi ci sono tecniche chirurgiche all’avanguardia con l’impianto di barre allungabili che consentono di non dover reintervenire frequentemente: si tratta però di tecniche ancora sperimentali delle quali non abbiamo al momento dati scientifici certi di fine crescita”.

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