Partiamo da una premessa parlando di risultati a fine cura della scoliosi: non bisogna confrontare il risultato finale con la situazione iniziale, ma con quello che sarebbe successo senza terapia, cioè con l’aggravamento legato alla crescita.
Lo scopo per cui si porta un corsetto e si fanno gli esercizi in caso di scoliosi non è raddrizzare la schiena (non è possibile neanche con le terapie più aggressive), ma superare l’adolescenza e arrivare alla vita adulta con una schiena che dia ragionevoli garanzie di non creare problemi con il progredire dell’età (dolore, peggioramento) e con un aspetto estetico gradevole che permetta di andare in spiaggia senza vergognarsi.
Tutto questo normalmente si ottiene quando la curva rimane al di sotto dei 30°. Oltre questa soglia non è detto che ci saranno problemi, ma i rischi aumentano quanto più aumentano i gradi.
In particolare, chi intraprende la terapia in corsetto potrebbe aspettarsi risultati poco realistici: notando che nel tempo si riducono sempre di più le asimmetrie visibili a livello del tronco, immagina che stiano raddrizzandosi anche le curve della colonna vertebrale. In realtà con il corsetto solitamente è possibile ridurre ma non azzerare la scoliosi, talvolta la si stabilizza nella situazione da cui si è partiti, più raramente la scoliosi peggiora malgrado la terapia.
Ovviamente, diamo per scontato che il paziente rispetti bene la prescrizione medica, perché se non lo facesse potremmo dire che ci sono alte probabilità che la scoliosi peggiori non perché la terapia è sbagliata, ma perché non è stata seguita correttamente.
L’unico dato certo sulla terapia con corsetto, tratto dagli studi più autorevoli, è che il risultato ottenuto è direttamente proporzionale a quante ore al giorno si indossa il corsetto.
Gli esercizi fisioterapici specifici per la scoliosi sono efficaci se la scoliosi è più lieve, ma quando è necessario un corsetto non possono sostituirlo.
Occorre farli sempre quando è prescritto il corsetto per riuscire a non perdere correzione quando verrà definitivamente tolto al termine della terapia, perché ottimizzano la capacità di mantenere nella quotidianità la correzione ottenuta grazie al corsetto.
Il corsetto corregge in modo passivo, grazie agli esercizi specifici si sviluppa la capacità attiva di stabilizzare la correzione. Altro requisito fondamentale per stabilizzare il risultato ottenuto con il corsetto è quello di seguire la terapia fino in fondo, riducendo gradualmente le ore di indossamento fino a togliere il corsetto solo quando la crescita sarà terminata. Un riferimento, in questo senso, è dato dal SEAS, ovvero l’approccio scientifico con esercizi alla scoliosi.
Successivamente, in età adulta la scoliosi può tornare a peggiorare lentamente solo quando i gradi delle curve sono elevati: può succedere se superano i 30°, succede quasi sempre se superano i 45-50°.
L’attività motoria, quindi generica, per tonificare i muscoli e lo sport in generale è importantissima per prevenire la perdita di tono muscolare provocata dal corsetto e per mantenere una buona flessibilità della colonna. Nella terapia con corsetto, chi fa sport in modo regolare ottiene risultati migliori rispetto a chi non lo fa.
Anche se la terapia finisce al termine della crescita ossea (a parte i casi gravi scoperti molto tardi), questo non implica che la scoliosi sia guarita, dato che dalla scoliosi non si guarisce. A quel punto si entra nella fase del monitoraggio, con controlli periodici che dovranno essere ogni 1-5 anni, a seconda dell’entità delle curve.