Colpo di frusta

Che cos’è?

Per colpo di frusta si intende un movimento brusco che interessa la testa e il collo conseguente ad un evento traumatico ad alto impatto in cui vengono associate due forze di accelerazione-decelerazione. Nella maggior parte dei casi il colpo di frusta è associato ad un tamponamento stradale dove la persona che viene tamponata viene inizialmente spinta in avanti con una forza di accelerazione e successivamente con l’arresto della vettura si ha un’improvvisa decelerazione non graduale che va a colpire  il tratto cervicale della colonna vertebrale. Oltre agli incidenti stradali il colpo di frusta può essere associato anche a cadute accidentali con sci o a cavallo, rugby, tuffi, montagne russe ed altre attività che presentano come elemento comune un violento impatto.

Cause

Bisogna tenere presente che la testa è come una palla pesante sospesa su un esile sostegno che si può muovere in tutte le direzioni. Ne consegue che, quando un movimento viene interrotto bruscamente come in un tamponamento, la testa che è pesante prosegue nella sua corsa in avanti, soprattutto quando il corpo è vincolato come con le cinture di sicurezza, sino a trazionare il collo.

Le alterazioni che si riportano a seguito del colpo di frusta possono  interessare i dischi intervertebrali, i legamenti, i muscoli, la capsula articolare fino a lesioni più gravi come fratture ossee, nervose o vascolari. Le conseguenze del colpo di frusta prendono il nome di disturbi associati del colpo di frusta e comprendono: dolore e rigidità cervicale, mal di testa, vertigini e vomito, formicolii e alterazione di sensibilità agli arti superiori, disturbi motori, sequele emotive e psicologiche.

La classificazione del colpo di frusta si divide in 5 gradi a seconda della gravità e dei sintomi, dalgrado 0 dove non è presente nessun segno fisico o sintomo, fino al grado 4 con presenza di segni neurologici e fratture o lussazioni.

Nel momento in cui i sintomi non si risolvono entro 6 mesi dall’evento traumatico il colpo di frusta diventa cronico, detto anche Sindrome degli esiti del colpo di frusta.

I fattori di rischio che possono portare allo sviluppo della forma cronica sono legati prima di tutto alla gravità dell’impatto, alla presenza di dolore pregresso al trauma e al sesso. Gli studi dimostrano infatti una predisposizione maggiore alla s. del colpo di frusta nelle donne rispetto agli uomini (rapporto 2:1).

Trattamento

Alla base del trattamento riabilitativo  del colpo di frusta, a seconda che si tratti della forma acuta o cronica, c’è la terapia cognitivo-comportamentale. È fondamentale educare e informare il paziente su quali comportamenti adottare a seguito del trauma in modo tale da non instaurare pensieri che riguardano la paura del movimento o la tendenza a considerare impossibile la guarigione. Oltre alla terapia cognitiva-comportamentale la letteratura suggerisce buoni risultati con un programma di riabilitazione che può comprendere: esercizi specifici, tecniche passive come terapia manuale e terapie fisiche, educazione posturale e ’ergonomia.

Collare sì, collare no

Secondo le ultime indicazioni scientifiche nella maggior parte dei casi, è possibile (o meglio, consigliabile) evitare l’applicazione di un collare a un paziente.

Questi risultati peraltro non stupiscono, in quanto rispecchiano una tendenza affermatasi per il trattamento delle patologie della colonna in particolare, e di gran parte delle patologie ortopediche in generale, che potremmo sintetizzare in un passaggio dal “stai fermo, che altrimenti ti fa male” al “muoviti, che ti fa bene”.

A questo punto, si può sostenere un’affermazione come: “Mai il collare”? Assolutamente no; ma un’ampia rivisitazione della sua prescrizione estensiva in quasi tutti i Pronto Soccorso italiani per gli esiti di un incidente stradale, quello sì.

Ricordando che in caso di instabilità importante, si deve ricorrere ad altro, perché il collare non è in grado di immobilizzare il collo (Askins); se c’è una lesione minore senza instabilità, il movimento facilita la guarigione a breve e a lungo termine; se c’è una instabilità lieve, allora forse si può usare il collare, accompagnato da alcuni esercizi proposti da personale esperto che facilitino il recupero.

Anche qui dipende dall’importanza della lesione: si può andare da un uso saltuario del solo collare morbido sino ai due mesi di collare rigido, ed anche oltre in rarissimi casi. Comunque, anche in collare è possibile a fare degli esercizi, da cominciare sette-dieci giorni prima di iniziare ad abbandonarlo del tutto: si possono fare degli esercizi isometrici e dei movimenti sino a quanto è permesso dal collare: iniziare sette-dieci giorni prima di abbandonare il collare consente di accelerare la fase di liberazione.

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