Si tiene dal 22 al 25 settembre la 56° Conferenza Annuale della SRS (Scoliosis Research Society), la più antica società nel trattamento della scoliosi.
La conferenza, a causa del momento attuale, sarà tenuta in una duplice forma: sessioni in presenza nel Missuori, Stati Uniti, e sessioni on line per chi non può prendere parte di persona all’evento. Anche Isico sarà presente con una presentazione il 22 di settembre da parte della dott.ssa Sabrina Donzelli, fisiatra di Isico, della ricerca “The natural history ofadult with spine deformities: results from a prospective collection of radiographical data” e il poster “Reducing the Pelvis Constriction Changes the Sagittal Plane. A Retrospective Case-Control Study of 37 Free Pelvis vs 451 Classical Consecutive Very-Rigid Sforzesco Braces” del prof. Stefano Negrini, direttore scientifico di Isico.
La ricerca è partita dai dati attuali che ci dicono che la scoliosi colpisce anche gli adulti e che i pazienti con scoliosi trattata durante la crescita dovranno tenere la schiena sotto controllo nella vita adulta, soprattutto coloro che finiscono la crescita con curve sopra i 30 gradi. Al contempo le curve sopra i 50 sono ad alto rischio peggioramento e per questo hanno indicazione al trattamento chirurgico.
Questo è quello che sappiamo, ma ci sono momenti/età più a rischio? Ci sono patologie che possono essere associate al rischio di peggioramento?
“Nessuno ha mai indagato i fattori che determinano la progressione della patologia – spiega la dott.ssa Donzelli – Perché monitorare i pazienti per lungo tempo è dispendioso, eppure comprendere quando è realmente necessario aumentare la frequenza dei controlli permetterebbe un intervento tempestivo oltre ad abbattere i costi. Grazie al nostro studio longitudinale retrospettivo abbiamo analizzato i fattori coinvolti nella progressione”.
I ricercatori di Isico sono partiti dai dati raccolti dal materiale radiografico effettuato negli anni da parte dei pazienti, hanno poi misurato le radiografie e, per ogni paziente, sono state costruite delle curve di peggioramento della scoliosi nel tempo. 767 pazienti (età media 35 anni e per l’85% femmine) corrispondevano ai criteri di inclusione ed avevano a disposizione almeno due RX eseguite in età adulta a distanza di almeno 5 anni.
Lo studio ha poi analizzato quali fattori tra i seguenti avesse un effetto sulla variazione dei gradi Cobb nel tempo:
- Sesso (F o M)
- Diagnosi idiopatica (si/no)
- Menopausa (si/no)
- Localizzazione toracica (si/no)
- Comorbilità: patologie metaboliche ossee, patologie infiammatorie ossee e articolari (si/no)
- Corsetto durante la crescita (si / no)
- Mal di schiena (si/no)
- Familiarità di deformità vertebrali (si/no)
- BMI iniziale (continuo)
I risultati della ricerca mostrano che l’età è uno dei maggiori predittori, superati i 50 anni il rischio di progressione aumenta, per questo è consigliabile ridurre il tempo tra un controllo e l’altro; inoltre negli adulti le forme sono diverse e il periodo in cui la scoliosi si manifesta e progredisce è decisamente più lungo.
“I fattori in gioco sono quindi tantissimi e la ricerca è ancora all’esordio – conclude la dott.ssa Donzelli – I lunghi tempi di monitoraggio e le variazioni nel tempo molto piccole rendono la ricerca più complessa. La raccolta sistematica di dati, il monitoraggio regolare nel tempo sono essenziali non solo per la ricerca ma soprattutto per garantire un tempestivo intervento preventivo”.