2003-2023: 20 anni di attività, vent’anni in costante crescita, dalle origini con un piccolo ambulatorio a Milano con una manciata di specialisti alle attuali sedi in 37 città con un team di 101 persone fra operatori sanitari e amministrativi. Un team che in questi venti anni si è preso cura di oltre 51000 pazienti, dando vita a un Istituto Clinico e Scientifico che negli anni ha saputo lanciare un congresso nazionale; un Master nazionale ed Internazionale arrivati ormai a svariate edizioni; ha sostituito il gesso con un Corsetto, lo Sforzesco, la cui efficacia è stata ampiamente dimostrata; ha creato un blog e un’App su misura per i pazienti, un software, Scoliosis Manager, su misura per gli specialisti; ha reso disponibile il proprio approccio alla scoliosi con esercizi, Seas, attraverso centinaia di corsi in tutto il mondo; ha saputo seguire i propri pazienti, nel momento più difficile della pandemia, lanciando la Telemedicina. Tante piccole “storie” che hanno reso questi anni “incredibili”.
“Numeri che indubbiamente ci sorprendono quando ci guardiamo indietro, riempiendoci di orgoglio e gratitudine nei confronti dei pazienti che si sono affidati a noi – commenta l’ing. Alberto Negrini, direttore di Isico – L’obiettivo con cui siamo nati è stato la mission dei nostri primi 10 anni: diffondere in Italia un approccio al trattamento conservativo delle patologie vertebrali basato sulle evidenze scientifiche: per far questo siamo partiti dall’esperienza del Centro Scoliosi di Vigevano, attivo fin dagli anni ‘60, e abbiamo costruito un gruppo di lavoro che potesse esportare quel modello di approccio e di trattamento.
Questa mission definiva chiaramente il perimetro di azione – la riabilitazione delle patologie vertebrali -, il metodo – un approccio basato su trattamenti validati in letteratura scientifica – e un orizzonte – tutto il territorio italiano. In tutto questo abbiamo integrato dei principi di fondo tra cui l’approccio umano ed attento alla persona, la costruzione del team terapeutico, la formazione continua degli operatori. .
Per quanto riguarda la clinica si sono subito delineati i due “polmoni” ideali dell’attività, quello delle deformità vertebrali (scoliosi, cifosi,…) e quello delle algie (lombalgia cervicalgia…).
In realtà abbiamo sperimentato fin dai primi anni che la domanda più forte sul territorio era quella relativa alle deformità vertebrali, per le quali evidentemente i pazienti faticavano a trovare risposte valide ed efficaci. Di conseguenza uno dei due polmoni è cresciuto ben più velocemente dell’altro, tanto che oggi copre l’85% di tutta la nostra attività clinica.
L’approccio scientifico ci ha indotto non solo a un monitoraggio costante di quanto emergeva in letteratura scientifica, attività condotta in costante collaborazione con il Gruppo di Studio della Scoliosi e delle patologie vertebrali (fondato nel 1978 dai predecessori di ISICO), ma anche a diventare parte attiva nel mondo scientifico, dove a quel tempo l’area del trattamento non chirurgico delle deformità vertebrali era poco considerata e presente. Da qui l’avvio di una attività scientifica ampia e presto riconosciuta anche all’estero, con numerose pubblicazioni (oltre 230 i lavori fin qui pubblicati) in gran parte caratterizzate dall’immediata applicabilità clinica, e dall’altra il sostegno alla creazione di quella che si avviava a diventare la società scientifica internazionale di riferimento per il settore (SOSORT), fondata con il concorso di nostri specialisti proprio a Milano in occasione del congresso internazionale organizzato da ISICO nel 2005 al Palazzo delle Stelline.
Infine l’orizzonte che ci eravamo dati, cioè l’intero territorio italiano. Un’idea molto ambiziosa, che ci ha indotto da subito a darci un modello organizzativo che consentisse di crescere al di là dei primi – pochi – ambulatori da cui siamo partiti, dotandoci di un sistema informatico sviluppato internamente – continua l’ing. Negrini – Questi investimenti di tempo e risorse ci hanno messo in grossa difficoltà nei primi anni, quando i risultati economici erano molto negativi, ma ci ha anche consentito di sostenere la crescita quando il lavoro fatto all’inizio ha cominciato a dare frutti, avviando un’espansione sul territorio che non si è più fermata, fino ad essere presenti in 37 città e 16 regioni.
Dopo i primi 10 anni, quando l’obiettivo che al principio era sembrato così ambizioso si stava gradualmente realizzando, gli orizzonti si sono ampliati e ha assunto un peso sempre più importante il versante internazionale grazie alla crescita di SOSORT, alla partecipazione a progetti di ricerca europei, alla crescente richiesta di formazione proveniente da altri Paesi. Sono centinaia i pazienti che dall’estero sono venuti a farsi curare nei nostri ambulatori, e sono migliaia i professionisti sanitari che abbiamo formato all’estero grazie ai corsi e Master organizzati.
Guardandoci indietro possiamo dire che questa è stata una storia di successo, e se dovessi indicare quale ne è stata la chiave metterei al primo posto le persone che in Isico hanno lavorato in questi 20 anni, costruendone la credibilità – racconta ancora l’ing. Negrini – Il modo in cui hanno coniugato umanità e professionalità ha infatti garantito la credibilità nei confronti dei pazienti, che si traduce in valutazioni molto alte di gradimento e “passaparola” positivo con altri pazienti; e la rigorosità nella modalità di lavoro e nella registrazione dei dati, ci ha consentito di avere credibilità nei confronti degli altri professionisti in Italia e all’estero, grazie sia alle numerose visite e tirocini presso i nostri ambulatori, sia alle pubblicazioni scientifiche realizzate”.
Cosa aspettarsi nei prossimi vent’anni di Isico? “Da dove siamo oggi, e coscienti che l’imponderabile è dietro l’angolo – come ci ha insegnato la recente pandemia – sono due gli elementi con cui ci confronteremo – conclude l’ing. Negrini – da un lato la prosecuzione della crescita in Italia sviluppando spazi per la diversificazione delle attività, dall’altro la prosecuzione della crescita di attività indirizzate all’estero, sia con progetti di ricerca sia con nuove opportunità di collaborazione. Altri 20 anni in cui sarà costante l’obiettivo di offrire ai pazienti le cure migliori, basate sull’evidenza scientifica da un lato ma anche sull’esperienza medica e umana, perché la persona in toto deve sempre essere al centro dell’attenzione del team terapeutico”.