E’ certo: chi indossa il corsetto a tempo pieno per curare la scoliosi e fa sport ha maggiori probabilità di migliorare rispetto a chi non ne pratica. Questo il risultato raccolto dallo studio “EFFECT OF SPORT ACTIVITY ADDED TO FULL-TIME BRACING IN 785 RISSER 0–2 ADOLESCENTS WITH HIGH DEGREE IDIOPATHIC SCOLIOSIS”, che sarà presentato alla prossima Conferenza Sosort, in programma a San Francisco dal 25 al 27 aprile.
La ricerca, condotta su oltre 700 pazienti, unica di questo tipo in letteratura, è stata scelta, insieme a un altro studio sempre di Isico, per concorrere per il prestigioso Sosort Award.
“Abbiamo incluso nella ricerca 785 pazienti, età media 12 anni, che hanno indossato il corsetto per più di 20 ore al giorno, con curve in media di 40° – spiega la dott.ssa Alessandra Negrini, fisioterapista e specialista di Isico, che ha condotto la ricerca – e che sono stati valutati una con radiografia dopo 6 e 18 mesi dalla prescrizione della terapia in corsetto e di esercizi specifici per la scoliosi.””
Proprio un anno fa, la dott.ssa Negrini aveva presentato un altro studio a Sosort che prendeva in considerazione pazienti con curve più lievi (fino a 25°), senza il corsetto: “In quel caso la ricerca ha confermato che lo sport riduceva le probabilità che la scoliosi peggiorasse – racconta Negrini – in questo caso invece, con una casistica più ampia e con curve più gravi, abbiamo calcolato l'Odds Ratio (OR), quindi le probabilità di miglioramento, per confrontare i risultati dei pazienti che praticavano sport almeno due volte alla settimana a quelli di chi non praticava sport o lo praticava solo una volta alla settimana. Abbiamo considerato come miglioramento una riduzione della curva superiore a 5° gradi Cobb”.
“Grazie al campione così ampio abbiamo potuto riscontrare con certezza che l'impatto dello sport, per quanto lieve, è positivo – continua la dott.ssa Negrini – ossia il miglioramento per chi pratica sport rispetto a chi non ne fa è piccolo ma non è ascrivibile al caso. Possiamo affermare che lo sport, pur non essendo una terapia, ha un impatto positivo nel miglioramento per chi indossa il corsetto rigido (Sforzesco o Sibilla)“”.
Lo studio non evidenza uno sport superiore ad altri per impatto positivo: “Non è stato possibile analizzare l’impatto della pallavolo rispetto al nuoto o alla danza, ad esempio, perché i ragazzi fanno scelte personali e cambiano spesso oppure praticano più sport contemporaneamente – ci dice la dott.ssa Negrini – ad oggi su questo sappiamo ancora poco, quello che faremo nel prossimo futuro è valutare nel tempo cosa succede. Al momento dalle evidenze raccolte possiamo affermare che i pazienti che indossano il corsetto a tempo pieno traggono beneficio dallo sport, oltre tutto lo studio ha evidenziato che al controllo dopo 18 mesi, le probabilità di miglioramento aumentavano con l'aumento della frequenza settimanale dell'attività sportiva In base a questi risultati e a conferma delle linee guida per il trattamento della scoliosi pubblicate di recente (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/29435499) i medici possono raccomandare a questo tipo di pazienti l'attività sportiva regolare””.