Bambini e mal di schiena: è vero boom?

Bambini e mal di schiena: è vero boom?

I bambini possono soffrire di mal di schiena? Partiamo da alcuni dati appena usciti. In un paese, l’Italia, che si rivela essere il più sedentario d’Europa, circa la metà dei bambini sono troppo sedentari. Questo significa che non praticano attività sportiva nemmeno una volta a settimana con la conseguenza, sempre in base ai dati, di un bambino su 3 in sovrappeso. Qualcuno parla di analfabetismo motorio: bambini che non sono capaci di muoversi, correre, andare in bicicletta o fare una capriola. Uno dei risultati? Un boom di mal di schiena. Vero o falso?

“La lombalgia, spesso considerata una condizione della vita adulta, può presentarsi anche nei bambini  – spiega la dott.ssa Sabrina Donzelli, fisiatra specialista di Isico (Istituto Scientifico Italiano Colonna Vertebrale) –  A 7 anni di età, circa l'1% dei bambini ha avuto la lombalgia, a 10 anni circa il 6% dei bambini, tra i 14 e i 16 anni circa il 18% degli adolescenti ha provato mal di schiena. Avere lombalgia da piccoli rappresenta un fattore di rischio significativo per la lombalgia da adulto”.

I casi di mal di schiena nei bambini sono aumentati? ISICO, come istituto specializzato nelle patologie del rachide, ha rilevato tassi di lombalgia coerenti con quelli riportati in precedenza in letteratura.

“In un nostro studio effettuato nel 2016 su 1585 visitati da un unico medico, l'11% aveva riferito un dolore alla schiena correlabile con la patologia o ritenuto dal medico esperto rilevante e tale da necessitare un intervento – racconta la dott.ssa Donzelli – Il 30% di questi non faceva alcuno sport, un po’ meno rispetto alla media nazionale, mentre il 14% faceva sport agonistico. La diagnosi è stata per il 22.5% di lombalgia senza una causa specifica”. 

Certo i bambini che si impegnano in pochissima attività fisica sono più esposti al rischio di avere mal di schiena rispetto ai bambini che sono più attivi, allo stesso tempo i bambini che sono molto attivi nello sport, soprattutto gli agonisti, hanno maggiori probabilità di avere mal di schiena. 

Altri fattori di rischio per la lombalgia includono il sesso femminile, essere in un momento di rapida crescita (un momento critico anche per l’insorgenza di deformità vertebrali, come la scoliosi), avere un precedente infortunio alla schiena o avere una storia di lombalgie in famiglia.

Qualche falso mito legato al mal di schiena? 

Nonostante la preoccupazione di molti genitori per gli zaini pesanti sulle spalle dei figli a scuola, non ci sono prove evidenti che gli zaini pesanti siano causa di lombalgia.
Mal di schiena da smartphone e tablet? Nemmeno in questo caso ci sono studi che mostrino una relazione con l'uso della tecnologia moderna e il dolore nei bambini, che in teoria ne fanno un uso più limitato. 

“Va ricordato inoltre che i bambini non hanno esperienza di dolore, pertanto l'interpretazione può essere complessa, sia per il bambino che per il genitore – ci dice la dott.ssa Donzelli – Evitiamo quindi allarmismi eccessivi, senza però sottovalutare troppo i sintomi riferiti. Se il riposo abbinato ad applicazioni di calore, come un bagno caldo, non dà risultati e il dolore persiste, sentiamo uno specialista”.  

L’attività fisica d’altra parte è determinante anche per il funzionamento cognitivo e neurale dei bambini oltre ad avere diversi benefici fisiologici e psicologici. 

“Secondo la revisione  pubblicata nel 2016, Systematic review of physical activity and cognitive development in early childhood, un programma strutturato di allenamento rivolto a bambini tra i 7 e i 12 anni si associa ad un miglioramento significativo della capacità che ci permettono di regolare il nostro comportamento in modo da fornire una risposta adeguata alla situazione in cui ci troviamo – spiega la dott.ssa Irene Ferrario, psicologa di Isico Fare attività sportiva influisce anche sulla memoria di lavoro, fondamentale per i processi di apprendimento del bambino”. 

Il rischio del mal di schiena si combatte spingendo i bambini e i ragazzi a muoversi il più possibile. Si comincia dal gioco o da una semplice corsa al parco, accompagnati dalla regolare attività fisica per migliorare la coordinazione e la forza muscolare, capacità che si sviluppano in questa fase della crescita. Infine muoversi aumenta anche la soglia e la percezione del dolore aiutando il bambino a distinguere il dolore dallo sforzo muscolare, spesso avvertito come dolore.

“Non esiste uno sport migliore di un altro  – commenta Francesco Saveri, fisioterapista di Isico – certo è che il non svolgere attività sportiva in una quotidianità già sedentaria favorisce il mantenimento di posture viziate per lunghi periodi incidendo sul rischio di aumento del mal di schiena. Dall’altra parte anche lo sport a livello agonistico può generare problematiche alla colonna per colpa del sovraccarico muscolare e articolare richiesto ai ragazzi che sono in crescita e al gesto atletico ripetuto svariate volte alla ricerca della sua perfezione. Se dovesse insorgere un dolore che fatica a passare, è fondamentale un lavoro in team tra l’allenatore, il medico e il fisioterapista per curare in prima battuta la sintomatologia e per poi modificare o cercare un gesto atletico migliore e più personalizzato per il ragazzo”.

In questi casi il fisioterapista è in grado di ridurre o eliminare le possibili problematiche muscolari che si sono create nel tempo e aiutare il giovane paziente a diminuire i sovraccarichi articolari fino a riportarlo al gesto atletico abituale.

Cosa fare se è stata diagnosticata una rachialgia? 

“Se il dolore non tende a passare in qualche giorno è importante una visita specialistica per fare la diagnosi ed escludere le problematiche più gravi – precisa la dott.ssa Donzelli – Nel momento in cui al bambino è stato diagnosticata una rachialgia, il passo successivo è con il fisioterapista, il quale dopo una attenta valutazione potrà impostare un piano riabilitativo dedicato e personalizzato”.

 Come viene strutturata la terapia? 

“Il primo step del trattamento è la terapia manuale con lo scopo di ridurre le problematiche muscoloscheletriche acute – racconta Saveri – Il secondo step del trattamento invece si basa sull’utilizzo di esercizi specifici, creati ad hoc per il ragazzo. Questi esercizi devono migliorare l’articolarità e la stabilità, aumentando la forza della muscolatura più profonda, e il controllo posturale della colonna”. 

E per rompere la sedentarietà al banco di scuola o alla scrivania a casa? 

Incoraggiamo i bambini a fare delle pause regolari, con qualche giro intorno al banco o qualche semplice movimento con il corpo – conclude Saveri –  un’ idea potrebbe essere quella di immaginare che il corpo sia una matita con la testa come punta e con dei movimenti del tronco disegnare dei cerchi, via via sempre più ampi, su un foglio immaginario posizionato sopra la loro testa. Questo piccolo gioco permetterà alla colonna di muoversi in tutte le direzioni evitando cosi sovraccarichi o irrigidimenti articolari e muscolari, prevenendo o migliorando quei dolori o fastidi dati dal mantenimento di posizioni fisse””.

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