La storia di Giulia, atleta paralimpica da record

La storia di Giulia, atleta paralimpica da record

Il suo sorriso ci ha spinto ad approfondire la sua storia.
Giulia Terzi, classe 1995, torna a casa dall’ Aquatics Centre di Tokyo  con cinque medaglie olimpiche su cinque gare (due d’oro, due d’argento e una di bronzo), un record italiano e un nuovo primato europeo. A distanza di poche settimane arriva un 110 lode dalla seconda laurea in giurisprudenza, dopo quella in scienze politiche. Insomma una vera forza della natura, con una determinazione e una costanza davvero invidiabili. “Quando ho la grande opportunità di chiederle cosa si prova – scrive la nostra fisioterapista Martina Poggio, che ha raccolto la sua testimonianza – mi risponde “è un sogno che ancora fatico a realizzare. È il coronamento di tanti sacrifici e ogni volta che tengo in mano le medaglie realizzo che la fatica, i sacrifici e le rinunce, anche se a volte sembrano vani, ti portano davvero in alto”.
Giulia racconta che “sono stati anni molto complicati, a 3 anni la scoperta della scoliosi congenita e la ginnastica correttiva iniziata molto piccola. A 14 anni 9 mesi di gesso e i successivi 4 anni di corsetto. Tra il 2015 e il 2018 tre interventi, i successivi coinvolgimenti midollari e mi ritrovo seduta in carrozzina. Il segreto è circondarsi di persone giuste, affidarsi a chi ti vuole bene e, in caso di bisogno, chiedere aiuto. Nessuno è invincibile, ci sono giornate no e periodi complicati ma è con l’amore della famiglia, degli amici e delle persone giuste che si supera tutto! La mia famiglia e i miei fratelli sono stati fondamentali nel superare i momenti bui, a loro devo tanto!“.

Andando invece a leggere sul suo ricco profilo Instangram, scrive “scoliosi, che nel mio caso vogliono dire gessi, corsetti, tre interventi, una schiena in titanio e tutto ciò che ne è derivato. Ma più di tutto questo per me la parola scoliosi ha tanti significati. Vuol dire legame. Un legame di  sguardi che si crea tra te e tra chi ti vede lottare tutti i giorni, che a stento trattiene le lacrime quando ti portano in sala operatoria ma che ti guarda con occhi fieri quando raggiungi un traguardo nonostante tutto. Vuol dire dolore, notti insonni passate a provare a dormire sdraiata su un tavolo o sul pavimento  della camera. Vuol dire resilienza, perchè tutto questo mi ha permesso di essere molto più forte, di sopportare fatiche e di metterci ancora più grinta nel voler realizzare  i miei sogni che non sono stati capaci di fermarsi davanti a niente. Vuol dire amore, di persone che sono state con te dal primo momento, gelati mangiati su un letto d’ospedale anziché al parco ridendo come se non fosse mai successo niente. Vuol dire scelta. Perchè molte volte davanti a situazioni complicate è più facile farsi trascinare sul fondo da commenti, parole e paure, ma la spinta per risalire è quella che farà emergere la persona che sei e questo, nonostante le difficoltà, deve sempre  primeggiare”.

“Ho voluto riportare le sue parole, perchè sono convinta che solo chi è passato in prima persona può capire davvero cosa provano i nostri ragazzi ad indossare il corsetto giorno dopo giorno, affrontando con coraggio le sfide che la scoliosi ti presenta – continua Martina Poggio –  Ho voluto raccontare di Giulia, perchè mi sembra un esempio per i nostri ragazzi sull’importanza di lottare ogni giorno e di non rinunciare ai propri sogni”.
La letteratura scientifica riporta tassi di complicanze perioperatorie che variano tra il 5% e il 20 %, a seconda dell’approccio chirurgico e della gravità stessa delle complicanze (in particolare quelle neurologiche con fusione posteriore sono del 0.32%) (Weiss, HR., Bess, S., Wong, M.S. et al. Adolescent idiopathic scoliosis – to operate or not? A debate article. Patient Saf Surg 2, 25 (2008). https://doi.org/10.1186/1754-9493-2-25).
Giulia rientra purtroppo in quella piccola percentuale, ma è un vero esempio per tutti noi del fatto che dietro ad ogni difficoltà si nascondono nuove opportunità. Queste parole sono soprattutto per quei ragazzi che cercano con l’aiuto degli esercizi di non peggiorare e di non arrivare al corsetto, così come per quei ragazzi che indossano il corsetto cercando di evitare l’operazione.

“Inoltre, vorrei sottolineare l’importanza che ricopre lo sport in tutta questa storia – ci dice Poggio – Infatti Giulia dice che “lo sport è fondamentale perché ti aiuta ad entrare in contatto con tante realtà e a conoscere tante persone. Ma ti mette anche davanti a tante sfide, ti aiuta ad abbattere limiti. I limiti a causa della mia scoliosi erano “non riesco”. Invece lo sport ti insegna che puoi farcela ed è con quello che impari a superare gli ostacoli anche grazie ad un gruppo che con te crede nell’obiettivo e ti aiuta a realizzarlo”.

“Sicuramente conciliare allenamenti, studio e fisioterapia è impegnativo” racconta Giulia quando descrive la sua giornata. “Penso però che la salute venga prima di ogni cosa ed è necessario, per star bene, mettere nelle cure lo stesso impegno che si mette nelle altre attività. Lo studio ricopre un altro grande impegno che però non deve essere trascurato. La formazione di una persona, anche per il futuro e per la carriera lavorativa, è fondamentale e in questo lo studio gioca il ruolo da protagonista. Il segreto è l’organizzazione: io nuoto due ore la mattina, poi ho palestra o fisioterapia, torno a casa e studio, torno in piscina altre due ore il pomeriggio e poi la sera di nuovo sui libri. È impegnativo, ma quest’anno sono riuscita a vincere la medaglia d’oro alle paralimpiadi e a laurearmi in giurisprudenza con 110 e lode quindi direi che i sacrifici hanno ripagato!”.

Lo sanno bene anche tanti nostri ragazzi che praticano sport a livello agonistico: quando sono messi di fronte alla prescrizione del corsetto a tempo pieno, hanno come unico desiderio quello di poter continuare a praticare l’attività fisica per cui hanno fatto tanti sacrifici. Anche per i medici di ISICO è molto importante che il corsetto non cambi troppo la vita dei nostri ragazzi e si cerca continuamente di poter permettere loro di continuare ad allenarsi ogni giorno, nonostante le cure.

Infine, abbiamo chiesto a Giulia qualche consiglio per tutti i ragazzi che devono combattere quotidianamente contro la scoliosi e lei ha risposto “Non fermatevi davanti agli ostacoli, ai pregiudizi. Purtroppo ci saranno sempre, ma ogni persona dentro di sé ha delle risorse che vanno scoperte ed è grazie a quelle che diventerà un grande Uomo o una grande Donna. Imparate grazie allo sport e nei giorni difficili, trovate almeno un motivo per essere felici! Con il sorriso si affronta tutto più facilmente!”.

Concludiamo proprio con una frase di Giulia presa ancora una volta dal suo profilo Instangram “penso che il dolore bisogna viverselo tutto. Lasciare che si faccia spazio attraverso la pelle ed imparare a conviverci. Ha bisogno del suo tempo, dei suoi modi. Deve maturare prima di affievolire. E penso che il tempo poi, solo il tempo, lascerà sbiadire le cicatrici. Nasconderle non avrebbe senso. Non si può essere sempre invincibili. Anzi, credo fermamente che sia più forte chi si concede di essere fragile”.

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