In età adulta spesso la scoliosi è accompagnata dall’idea che non si possa fare più nulla, anche perché per anni si è ritenuta che la scoliosi non peggiorasse dopo la crescita. Purtroppo ci si è accorti che non è così, al contempo però in Isico sappiamo che oltre a porre attenzione con controlli periodici si possono proporre percorsi terapeutici in grado di migliorare le condizioni del paziente.
Ripetiamo spesso ai nostri pazienti che conoscere la propria situazione per saperla gestire al meglio è sicuramente il miglior modo per gestire la propria schiena e la propria scoliosi: tenersi in forma, eseguire regolarmente degli esercizi adatti, utilizzare delle strategie per non stressare troppo la colonna nella quotidianità.
“La scoliosi dell’adulto va distinta tra la scoliosi scoperta durante l’adolescenza (al di là del fatto che sia stata o meno trattata), e la scoliosi scoperta in età già adulta, ossia sopra i 18 anni e la cosiddetta scoliosi de novo. Quest’ultima è tipica della terza età e si associa a una sintomatologia clinica spesso rilevante – spiega la dott.ssa Monia Lusini, nostro ortopedico specialista – Per le scoliosi adolescenziali (sia scoperte in adolescenza che in età adulta) la soglia di gravità oltre la quale è possibile un peggioramento in età adulta sono i 30°, mentre le curve sopra i 50° hanno ovviamente una probabilità nettamente superiore di continuare a evolvere, tanto che questa è considerata la soglia per l’intervento chirurgico. Il peggioramento in età adulta è molto lento (in media circa 0,5-1 grado all’anno) portando spesso al tipico incurvamento di lato e in avanti dell’età senile. Le scoliosi de novo, invece, sono generalmente di entità medio lieve, normalmente non superano la soglia dei 30°, ma si associano ad una sintomatologia clinica anche rilevante”.
Secondo i dati di cui disponiamo le curve lievi (al di sotto dei 30°) sono generalmente stabili, mentre se la scoliosi è più importante è necessario fare, sempre a scopo preventivo, controlli periodici regolari ogni 1-5 anni.
E se questi controlli documentano un peggioramento? “Allora può essere utile impostare un piano di esercizi specifici nelle mani di personale assolutamente esperto e preparato, per mantenere stabile la situazione – commenta la nostra fisioterapista Alessandra Negrini – i problemi collegati alla scoliosi sono il rischio di mal di schiena, l’impatto estetico, la deformità progressiva, i problemi viscerali a carico degli organi interni (questi ultimi sono di norma significativi solo per le curve sopra i 70° e quelle insorte nell’infanzia)”.
Ecco perché in Isico incoraggiamo i nostri pazienti a praticare il più possibile attività fisica e a impostare un piano mirato di esercizi specifici con il proprio fisioterapista per rinforzare la muscolatura che sorregge la colonna ed agire sul dolore.
E’ stato infatti dimostrato scientificamente (due i nostri studi pubblicati, Adult scoliosis can be reduced through specific SEAS exercises: a case report e Scoliosis-Specific exercises can reduce the progression of severe curves in adult idiopathic scoliosis exercises: a long-term cohort study) che esercizi specifici appropriati tendono a rallentare o a bloccare l’evoluzione della scoliosi.
A fianco della fisioterapia in Isico stiamo sperimentando, in presenza di dolore provocato dalla patologia e di progressione accertata della scoliosi, l’uso di un corsetto elastico, detto Spinecor: quando c’è una sensazione di cedimento, questo strumento è un aiuto al sostegno, anche se non ha alcuna ambizione di migliorare le curve a livello radiologico. Si tratta semplicemente di un sollievo che viene dato al paziente per qualche ora, una sorta di sostegno esterno.
Le opportunità organizzate da Isico
- SEAS HOME-LINE, già attivo per i pazienti più giovani, ora è aperto anche agli adulti.
Sono partiti poco prima dell’estate i primi gruppi di adulti, per collegarsi online comodamente da casa ed eseguire il proprio piano di esercizi per i consueti 20 minuti, una o due volte a settimana.
“Il nostro fisioterapista detta i tempi e i modi di esecuzione degli esercizi, monitorandone la corretta esecuzione -spiega la responsabile del progetto, Valentina Premoli, fisioterapista – Ogni paziente segue la propria individuale successione di esercizi in ogni lasso di tempo. Il collegamento dura un totale di 30 minuti”. - Vacanza con il fisioterapista
Dal 22 al 29 Ottobre, nella splendida Valle di Primiero a San Martino Di Castrozza, in provincia di Trento, accolti in una magnifica realtà alberghiera, organizziamo un soggiorno per 15 persone. Dopo il successo dei nostri camp estivi per i giovani pazienti in corsetto, la responsabile del progetto, Marta Tavernario, ha organizzato infatti una proposta simile in autunno per gli adulti in Trentino… scopri di più!