Andrea, 12 anni, e una passione: quella per la racchetta da tennis. Ginevra, 14 anni, e l’equilibrio sulle punte: ama danzare. E poi Alice, Claudia e Mario, tutti praticano il loro sport preferito più volte a settimana: nuoto, tennis, basket, pallavolo e danza. E tutti hanno in comune qualcosa: la loro schiena ha una curva in media di 40°. Si tratta di scoliosi idiopatiche che necessitano di una terapia in corsetto ed di esercizi specifici.
Loro sono alcuni dei 785 pazienti (di cui 593 femmine), età media 12 anni, inclusi nello studio “Sport improved medium-term results in a prospective cohort of 785 adolescents with idiopathic scoliosis braced full time. SOSORT 2018 award winner” appena pubblicato sulla rivista Eur Spine J che ha dimostrato come lo sport, pur non essendo una terapia come gli esercizi specifici per il trattamento della scoliosi, abbia un impatto positivo nel miglioramento per chi indossa il corsetto rigido e pratica regolarmente esercizi specifici.
“Abbiamo condotto uno studio di tipo retrospettivo ma con dati raccolti in modo prospettico, verificando l’evoluzione della scoliosi nel controllo radiografico da 6 a 18 mesi – spiega la dott.ssa Alessandra Negrini, fisioterapista di Isico e autrice della ricerca– In letteratura non esistono studi di questo tipo fino ad ora. Abbiamo cercato di verificare l’effetto che l’attività sportiva e la relativa frequenza hanno su adolescenti con scoliosi idiopatica”.
Dei 785 pazienti, 290 sono stati collocati nel gruppo sport avendo una frequenza regolare da 2 volte a più a settimana, gli altri invece nel gruppo non sport, avendo una sola frequenza o addirittura nessuna.
“Nel gruppo non sport abbiamo verificato un maggior rischio di peggioramento (vale a dire un aumento di più di 5° Cobb) e di fallimento (cioè la necessità di indossare un corsetto) – continua la dott.ssa Negrini – là dove invece c’è attività sportiva, almeno due volte la settimana, il rischio si riduce. I pazienti dello studio hanno evidenziato anche che maggiore era la frequenza settimanale dell’attività sportiva minore erano le probabilità di peggioramento. Come abbiamo sempre creduto in Isico, lo sport, praticato più volte a settimana anche a livello agonistico, ha effetti positivi per chi indossa il corsetto, pur non essendo una terapia specifica come gli esercizi, e non ha quindi nessun senso vietare l’agonismo a chi ha la scoliosi”
Il passo successivo per la ricerca? Lo studio non evidenza uno sport superiore ad altri per impatto positivo sul percorso terapeutico, ossia non sappiamo se praticare la pallavolo abbia effetti migliori rispetto a danza o nuoto « Ne sappiamo ancora poco, quello che faremo nel prossimo futuro è valutare l’effetto dei singoli sport».